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Il libro fornisce un quadro conoscitivo sulla situazione dei popoli indigeni, della loro volontà di poter autodeterminare il proprio sviluppo e la propria crescita, della difesa dei propri diritti umani e delle loro culture e valori che si contrappongono al modello consumistico e incurante delle conseguenze ecologiche. Vengono tracciate le risultanze del dibattito avviato nell'ambito dei massimi Organismi Internazionali e, in particolare, dell'ONU, su sollecitazione dei numerosi movimenti di popoli indigeni che si stanno affermando in diverse parti del mondo. In concomitanza con il XX anniversario del Rapporto sullo Sviluppo Umano, è emersa la necessità, anche per i Paesi Sviluppati, di una misura dello sviluppo non totalmente basata sul PIL ma che tenga conto anche di altri fattori quali la qualità della vita e dell'ambiente, l'accesso all'istruzione, etc. Quale sarebbe l'esito della valutzione di questi popoli indigeni, cosiddetti sottosviluppati, se si dovessero cambiare i termini di riferimento? Il primo passo, dunque, sarà quello di disaggregare i dati a livello territoriale per tener conto anche di questi territori e di sviluppare indicatori appropriati alla valutazione. L'autrice, offrendo esempi concreti, inoltre, mette in risalto le incongruenze delle risoluzioni sugli Obiettivi di sviluppo del terzo millennio (Millennium Development Goals) che non tengono minimamente conto delle aspettative dei popoli indigeni. Prefazione di Antonella Cordone e Francesco Martone.